I DOCUMENTI DI GARA ( CI - oGI - pGI ) NEI CONTRATTI PUBBLICI & LEGAL BIM

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"Documenti di Gara nei Contratti Pubblici & Legal BIM   "

che si svolgerà il 27 Giugno h.17,00/18,30 remoto live

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ARTICOLO BIM:


" I DOCUMENTI DI GARA ( CI - oGI - pGI ) NEI CONTRATTI PUBBLICI & LEGAL BIM "


La regolamentazione dei contratti pubblici in materia di BIM (Building Information Modeling) in Italia è stata introdotta progressivamente,  per favorire la digitalizzazione nel settore delle costruzioni pubbliche. Di seguito una panoramica aggiornata e chiara del quadro normativo susseguitesi negli anni e conclusosi con l'ultimo Decreto Correttivo del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 209/2024), con impatti significativi sull'obbligo BIM negli appalti pubblici. In particolare, il correttivo sposta la soglia di obbligatorietà del BIM da 1 milione a 2 milioni di euro per gli appalti di lavori e prevede una disciplina transitoria per i procedimenti già avviati. Rimane come da D.Lgs 312/2021 di rendere il BIM premiante anche sottosoglia se volutamente richiesto dalle Stazione Appaltanti oppure offerto dai Progettisti/Imprese.


  • Evoluzione Normativa BIM di riferimento negli anni:


  • Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023) e rispettivo Correttivo (D.Lgs. 209/2024)
    Sostituisce pienamente il D.Lgs. 50/2016 e prevede:
  • L’uso progressivo di metodi e strumenti elettronici (tra cui il BIM) per le nuove opere pubbliche.
  • L’art. 43 stabiliva l’obbligo del BIM per alcune soglie e fasi, a partire da progetti più complessi e costosi.
  • Il Decreto Legislativo 312/2021 con modifiche e integrazioni al (DM 560/2017) oltre che definire le soglie evidenziava la premialità volontaria per il BIM , l'uso di normative tecniche di riferimento, incentivo alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni.
  • Decreto BIM (DM 560/2017)
    È stato il decreto attuativo che ha reso obbligatorio l’uso del BIM secondo un cronoprogramma ( modificato  nel tempo ):
  • Dal 1° gennaio 2019: obbligatorio per lavori complessi di 100 ML Euro e progressiva estensione fino al 2025 per importi inferiori.
  • UNI 11337 e ISO 19650

      Sono la norme tecniche italiane ed Internazionali che disciplinano operativamente i flussi informativi e definiscono le figure            professionali legate al processo BIM (CDEManager , BIM Manager, BIM Coordinator, BIM Specialist ( disciplinari ). 


  • Documenti tra le parti nelle gare pubbliche BIM


Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 36/2023 (Nuovo Codice dei Contratti Pubblici) e il relativo correttivo, si rafforza l'integrazione del Building Information Modeling (BIM) nelle procedure di appalto pubblico, sancendo l’obbligatorietà della digitalizzazione nei lavori pubblici attraverso un impianto normativo solido. In questo contesto, si affermano tre documenti fondamentali nella gestione informativa della commessa pubblica: CI, oGI e pGI, che insieme costruiscono l’ossatura del cosiddetto Legal BIM.


1. Il Capitolato Informativo (CI)

Il CI rappresenta il documento predisposto dalla Stazione Appaltante nella fase di progettazione o gara. Serve a definire le regole, gli standard, le modalità e gli obiettivi della gestione informativa del progetto. Esso costituisce il quadro tecnico-normativo di riferimento per tutti gli operatori economici che partecipano alla procedura, delineando:

  • l'ambiente di condivisione dati (ACDat),
  • le figure necessarie responsabili del processo BIM,
  • i formati e i livelli di dettaglio richiesti (LOD/LOI),
  • le modalità di verifica e validazione dei modelli informativi,
  • le aspettative su interoperabilità, gestione temporale e controllo qualità.

Il CI ha valore contrattuale e costituisce parte integrante della documentazione di gara.


2. L’Offerta di Gestione Informativa (oGI)

L’oGI è il documento con cui l’operatore economico, in fase di offerta, espone come intende rispondere alle richieste contenute nel Capitolato Informativo. Deve dimostrare la capacità organizzativa, metodologica e tecnologica del concorrente nel soddisfare gli obblighi informativi previsti. Contiene indicazioni su:

  • struttura e responsabilità del team BIM potenziale affidatario (Ruoli: BIM Manager, CDE Manager, BIM Coordinator, BIM Specialist ),
  • strumenti software e hardware impiegati,
  • flussi informativi, modalità di scambio e tracciabilità dei dati nei formati aperti.
  • attività di coordinamento e gestiona AcDat con la S.A.

Nel contesto del nuovo Codice Appalti, l’oGI diventa anche elemento valutabile ai fini dell’offerta tecnica, contribuendo all’attribuzione del punteggio secondo i criteri dell’OEPV (Offerta Economicamente Più Vantaggiosa).


3. Il Piano di Gestione Informativa (pGI)

Il pGI è il documento contrattuale tra le parti in un contratto pubblico BIM, che si redige dopo l’aggiudicazione e che formalizza l’accordo tra Stazione Appaltante e Aggiudicatario in merito alle modalità di gestione dell’informazione digitale durante la progettazione, costruzione ed il ciclo di vita dell’opera.

Il pGI prende in carico quanto previsto nel CI e quanto promesso nell’oGI, traducendolo in azioni operative e tracciabili, con tempistiche, responsabilità, processi e strumenti condivisi.

Il pGI è aggiornabile nel tempo, soprattutto nei progetti complessi e di lunga durata, e garantisce la conformità del flusso informativo agli obiettivi prefissati.

Capitolato Informativo BIM
Offerta di gestione Informativa
Piano di gestione Informativa
  • Legal BIM e Nuovo Codice Appalti (D.Lgs. 36/2023) e rispettivo Correttivo


Il Nuovo Codice recepisce pienamente il concetto di Legal BIM, ovvero l’inquadramento giuridico del processo digitale nell’ambito contrattuale. Alcuni punti chiave introdotti o rafforzati:

  • Art. 43 e Allegato I.9: prescrivono l’uso di metodi e strumenti elettronici specifici (BIM) per appalti superiori a determinati importi, promuovendo l’uso obbligatorio per stazioni appaltanti qualificate.
  • Valore giuridico dei documenti digitali: CI, oGI e pGI assumono valore legale come strumenti contrattuali e sono opponibili tra le parti.
  • Ruoli professionali codificati: il codice riconosce ufficialmente le figure BIM all’interno delle gare (art. 7 e allegati tecnici), qualificandone competenze e responsabilità.
  • Contenzioso e responsabilità: la tracciabilità informativa e la gestione strutturata dei modelli diventano leve fondamentali nella risoluzione delle controversie.


Di seguito i punti principali del Correttivo dicembre 2024 (D.Lgs. 209/2024) relativi al BIM nei lavori pubblici, con focus su soglie, obblighi e transizioni:

 1. Soglia obbligatoria BIM aggiornata

  • A partire dal 1° gennaio 2025, l’uso del BIM diventa obbligatorio per:
  • Opere pubbliche nuove o interventi su esistenti con costo stimato ≥ 2 milioni €;

Opere soggette a soglia di rilievo europea (attualmente circa 5,38 milioni €


 2. Norma transitoria – Esenzione con Docfap 2024

  • Se il Documento di fattibilità delle alternative progettuali (Docfap) è stato approvato entro il 31 dicembre 2024, il progetto è esente dall’obbligo BIM, anche se supera la soglia di 2 milioni €, altrimenti anche se avviato in una precedente fase è da farsi in BIM.


3. Applicabilità ai progetti a cavallo

  • Il MIT ha chiarito che, per i progetti approvati entro fine 2024 ma le cui gare sono bandite dal 2025, prevale la data di approvazione del Docfap, non la pubblicazione della gara .


4. Commissione nazionale di monitoraggio

È stata istituita una Commissione nazionale (3 anni) per monitorare l’attuazione del BIM nelle Stazioni Appaltanti 


5. Certificazione piattaforme digitali e semplificazioni

Il Correttivo prevede certificazione delle piattaforme digitali e semplificazioni nei fascicoli virtuali delle stazioni appaltanti 


Implicazioni pratiche

  • Le Stazioni Appaltanti devono verificare se esiste un Docfap 2024 per applicare o meno il BIM in questa fase di transizione.
  • In assenza del Docfap, per gare con base ≥ 2 M€ è necessario inserire CI–oGI–pGI e rispettare gli standard BIM (ACDat, interscambio, validazione, ecc.).
  • È cruciale adeguare i documenti di gara anche in presenza di esenzione, per garantire conformità normativa.


Il DOCFAP è il Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali. Introdotto con il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. 36/2023), ha sostituito il vecchio Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) nella fase iniziale della progettazione di un’opera pubblica.


Contenuto tipico del DOCFAP

  • Relazione generale sulle alternative progettuali;
  • Analisi costi/benefici;
  • Studio di impatto ambientale e paesaggistico;
  • Planimetrie, grafici e stime sommari dei costi;
  • Indicazioni sulle esigenze funzionali e sui vincoli.


Perché è importante per il BIM il DOCFAP ?

Nel Correttivo 2024 al Codice Appalti, il DOCFAP diventa discriminante per l’obbligo BIM:

  • Se approvato entro il 31 dicembre 2024, anche per opere > 2 milioni €, l’uso del BIM non è obbligatorio (deroga transitoria).
  • Se manca o è approvato dal 2025 in poi, per opere sopra soglia scatta l’obbligo di usare la metodologia BIM ( progettazione o costruzione ).


Contenziosi BIM nei Contratti Pubblici: Temi Ricorrenti

1. Non conformità ai requisiti del CI (Capitolato Informativo)

  • Se l’aggiudicatario non rispetta le specifiche imposte dalla stazione appaltante nel CI (es. livelli LOD, formati file, uso dell’ACDat), possono emergere responsabilità contrattuali.
  • Molti contenziosi nascono da ambiguità o genericità del CI, che lasciano spazio a interpretazioni soggettive.


2. Difformità tra oGI e attività svolte

  • Se quanto promesso nell’Offerta di Gestione Informativa (oGI) non viene poi rispettato in fase esecutiva, la stazione appaltante può:
  • contestare inadempimento contrattuale,
  • applicare penali,
  • o addirittura risolvere il contratto.


3. Accesso e gestione dell’ACDat

  • Le controversie su controllo, accesso, tracciabilità e proprietà dei dati digitali sono frequenti.
  • In assenza di regole chiare nel CI e nel pGI, si può generare incertezza su chi ha l’onere e il diritto di aggiornare, validare o archiviare i modelli.


4. Mancata interoperabilità dei software

  • In gare pubbliche, l’uso di formati non interoperabili o software proprietari non previsti può portare a contestazioni, specialmente se ostacolano l’interscambio con altri operatori.


5. Validazione modelli e responsabilità

  • Chi è responsabile della correttezza dei modelli informativi?
  • Se il modello è errato, e su di esso si basano le quantità, può emergere un danno economico con richiesta risarcitoria.
  • Serve chiarezza nei ruoli (es. BIM Manager, BIM Coordinator, CDE Manager) e nelle modalità di validazione.


 I processi contrattuali di Legal BIM nei Appalti  Pubblici

Il Legal BIM come prevenzione del contenzioso:

Il Legal BIM non è solo una definizione teorica, ma un approccio contrattuale che:

  • definisce in modo chiaro e opponibile gli obblighi informativi,
  • attribuisce ruoli e responsabilità nel ciclo vita digitale dell’opera,
  • stabilisce regole condivise di gestione dei dati.

L’uso rigoroso di CI, oGI e pGI aiuta a prevenire il contenzioso, proprio perché formalizza gli aspetti tecnici in modo giuridicamente vincolante.


Giurisprudenza emergente:

Ad oggi, la giurisprudenza italiana sul BIM è ancora limitata, ma si stanno consolidando i seguenti orientamenti:

  • Il CI ha pieno valore contrattuale e va rispettato come qualsiasi altra parte del contratto.
  • L’oGI è vincolante: le promesse fatte in sede di gara fanno parte dell’obbligazione da definire nel pGI.
  • L’uso scorretto o limitato dell’ACDat può essere motivo di contenzioso se compromette la qualità della gestione informativa.


 Come ridurre i rischi:

  1. Chiarezza contrattuale: redigere CI, oGI e pGI con definizioni precise di LOD, interoperabilità e proprietà.
  2. Ruoli e responsabilità: Definire BIM Manager, Coordinator e CDE Manager, con compiti e limiti precisi essendo ruoli gestionali.
  3. Controllo versioni: Implementare CDE con log, backup, freeze model procedures.
  4. Limitazioni aggiornate: Inserire clausole di limitazione della responsabilità a quanto effettivamente fornito.
  5. Coperture assicurative: Verificare che le polizze professionali includano danni derivanti da errori informativi BIM.
  6. Formazione e audit: Pianificare ispezioni periodiche sulla qualità del modello e corsi per il team.



AUTORI:

CEO & BIM Manager - Ing. Domenico Spanò - BIMTrainer srls



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